NEL TEMPO DEL MITO
Non un grido. Non un moto.
11 AGOSTO 2016, ore 19.00, “Sengla del Meonl” (Zovencedo, VI, Italy)
Epifàneia
Qui, in questo giorno, in questa ora, in questo luogo estraneo al sangue del mito, dalla pietra muscosa mi manifesto. Viluppi di ferro m’ingabbiano di nobiltà ostacolando il passo, e la testa incoronata grava sui miei pensieri. Mi aspettavi, vero? D’inverno avvoltolata nel buio di un anfratto, d’estate zufolo di brezza alta tra le fronde, in ogni stagione mi chiamavi a te senza stancarti. Lusinga di sirena, la tua voce, mentre adornavo la mia armatura di regina piegando il capo all’oro. Miraggio e delizia la tua voce, malìa senza fine, finché non sigillai con una pietra anche il mio cuore. Per sempre, mi dicevo, per sempre. Ma non vi riuscii, o Solitude… non fui capace, o Solitude… di rinunciare a te.
Dalla pietra muscosa mi manifesto in questo luogo, in questa ora di questo giorno, qui, dove altra saetta in altro tempo cadde. Dove altra madre fu di fronte al suo Fato fedele alla vita. Purifica, O Solitude, ti supplico… purifica col tuo fuoco il peccato del tradimento con cui sigillai il mio cuore. Dalle mie alle tue mani, ora, qui, tra queste pietre che la malasorte sferzò resistenti, la mia pietra prendi. O Solitude, mia scelta più dolce, ti supplico… brucia in questo braciere l’alloro della mia vittoria. Che io possa, che io possa alfine riposare… oh sì, finalmente riposare, restituita nuda al giusto oblio che non rammenta che la polvere. Consumerà il bosco la mia gabbia di dolore. L’eterno bosco di eterna bellezza del mio mito. O Solitude, mia scelta più dolce, accoglimi, ti supplico… accoglimi per sempre nella tua morte salvifica. O Solitude, mia dolce scelta… come ti adoro!
NOTA STORICA
L’11 agosto 1959, alle ore 19.00, una saetta si abbattè sulla “Sengla del Meonl”, una caratteristica casa rupestre nel territorio di Zovencedo (VI – Italy), che era stata ricavata da una cengia dominante la Val Pressia. La casa fu completamente distrutta, ma la famiglia che vi abitava scampò alla morte. Fu una grazia? Rievocando il tragico incidente, Adelaide Meoni racconta che «prima del fulmine aveva pregato tanto, bruciando l’ulivo e con la candela benedetta accesa, perché ci salvassimo».
Oggi la “Sengla del Meonl” è stata completamente restaurata a fini conservativi e di fruizione.
www.altiberici.it/plab/2014/09/12/la-casa-rupestre/
Emanuela Scuccato